Si è svolta da pochi giorni, la seconda esercitazione e formazione sul Supporto Sociale e Soccorso Inclusivo rivolto a persone con disabilità e vulnerabilità. Il progetto, nato dall’ambiziosa idea di non lasciare indietro nessuno, ha trovato la strada per la realizzazione grazie alla sinergica collaborazione tra più attori, e questo è stato la sua forza.
Hanno così collaborato volontari di Croce Rossa (Milano-Lombardia, Carsoli-Abruzzo, Lecce-Puglia) con varie funzioni, dai Presidenti e Delegati Nazionali e Regionali, a volontari a livello locale. Il Comitato Nazionale ha anch’esso espresso fiducia e collaborazione nei confronti di un tema tanto importante.
Di fianco a Croce Rossa, in questo progetto, vediamo la partecipazione attiva del Corpo Nazionale dei Vigili del Fuoco, permanenti e volontari, della Protezione Civile e di parecchie Associazioni: dall’Unione Nazionale Ciechi, Ente Nazionale Sordi, Associazioni sull’autismo e sulla disabilità motoria e il Policlinico di Milano con la Supervisione progettuale della Dott.ssa Costantino Antonella, Direttore UONPIA (Unità Operativa Neuropsichiatria Infantile).
La prima esercitazione ha visto coinvolta la Lombardia, sul territorio di Milano, quale capofila, sotto la Presidenza di Massimo Boncristiano e il coordinatore e ideatore del progetto, Tatiana Amato, in collaborazione con l’Arch. Zanut, già funzionario dei Vigili del Fuoco di Pordenone, da sempre attento al tema. Tutto ciò ha posto le basi per creare una rete di supporto e sostegno che si sta consolidando sempre più.
Nella seconda esperienza abruzzese presso il Comitato CRI di Carsoli e in collaborazione con il Comitato di Roseto si è espresso al massimo il concetto di lavoro di squadra, di rete e in rete. Nel mese di Agosto invece ci sarà la sperimentazione nella regione Puglia, con il Comitato di Lecce. Infine a settembre si svolgerà un’ultima formazione che avrà come obiettivo quello di combinare quanto di positivo emerso in questi primi tre eventi ed arrivare alla creazione di linee guida e protocolli comuni tra tutte le realtà associative ed enti coinvolti per un soccorso e supporto che riduca il più possibile ogni barriera.
Emozionanti sono state le esperienze delle persone afferenti alle Associazioni coinvolte. Tutti hanno dato il proprio contributo, formativo, esperienziale ed umano.
Al mattino infatti si è svolta una formazione, propedeutica alla esercitazione del pomeriggio. In una esercitazione veniva simulata una scossa di terremoto con contestuale evacuazione di un CDD (Centro Diurno Disabili), nell’altra una ricerca dispersi nel bosco.
In entrambi i casi, la persona con bisogno specifici è stata sempre al centro, le operazioni di salvataggio sono state un momento di comunicazione importante, uno scambio di saperi, dove i soccorritori e le persone con vulnerabilità hanno appreso reciprocamente portando il proprio valore aggiunto.
Crediamo fortemente che supportare e sostenere questo progetto possa essere un punto di partenza per la creazione di progettualità volte all’inclusione e possa portare in ognuno di noi la consapevolezza che nessuno può e deve restare indietro.