Pubblichiamo l’intervento di Carmelo Ferrario – direttore generale dell’Ordine degli Avvocati di Milano, presidente di Piattaforma Milano e del comitato M’impegno -, apparso sul portale informatore.info, il 3 agosto.
Sono passati diversi mesi da quando Piattaforma Milano denunciava con il manifesto “DALLA PROTESTA ALLA PROPOSTA – la Sicurezza a Milano” lo stato di insicurezza avvertito dai cittadini milanesi. Ad oggi, in buona parte, non è stato fatto nessun passo avanti.
Da allora nulla è successo, anzi, quel che sembra evidente è un costante regresso: intere zone della città sembrano fuori dal controllo delle Forze dell’Ordine, le notizia di violenze, furti ed atti vandalici sono all’ordine del giorno, tanto da riempire quotidianamente le pagine dei giornali, quasi con preoccupante monotonia.
Molto significativa è la classifica dell’indice di criminalità pubblicata da Il Sole 24 Ore, dove Milano risulta al primo posto per denunce di reati, furti e rapine per ogni 100.000 abitanti. I continui furti, scippi, rapine e borseggi a danno di turisti, soprattutto stranieri, stanno offuscando l’immagine del capoluogo lombardo, che vede nel turismo e nella propria internazionalità una importantissima voce del proprio bilancio.
Una situazione che crea disagio ed insicurezza in tutti, ma, che, al contrario, la classe politica sembra non avvertire, incapace di cercare le origini, cause e ragioni di tale fenomeno e che, per questo motivo, appare incapace di trovare soluzioni efficaci.
È il caso di ricordare che l’unico richiamo al problema “sicurezza” che il Sindaco Beppe Sala ritenne di scrivere sul proprio manifesto elettorale, e neanche tra i punti principali, recitava così: “Troppi milanesi dicono di non vedere più la sicurezza percorrere le nostre strade e i nostri cammini. Per questo, come è già stato dichiarato, faremo la nostra parte e abbiamo deciso di rafforzare significativamente la polizia urbana, assumendo non meno di 500 vigili”. Cosa potevamo pretendere di più?
Se questa era l’unica cura proposta per risolvere il problema di ordine sociale a Milano, ad oggi la Giunta non l’ha ancora attuata ed è inevitabile che la “malattia” si stia aggravando. Lo scarso interesse di questa amministrazione al problema è di tutta evidenza. Sarebbe sufficiente, per iniziare, instaurare in via permanente un confronto tra le forze dell’ordine, il mondo della giustizia, e soprattutto l’associazionismo e il terzo settore per tentare di individuare le problematiche sociali e sociologiche che sottendono il problema della sicurezza, per poi ricercare le soluzioni più opportune e idonee sulla base di questo dialogo.
Piattaforma Milano aveva già evidenziato nel suo ultimo comunicato alcuni temi su cui discutere e formulare proposte concrete e azioni mirate, ha espresso la necessità di riproporre ancora oggi diversi argomenti, affinché le cose possano iniziare a smuoversi dal momento che finora, semmai, sono solo peggiorate. Tra questi in particolare ha evidenziato queste tematiche di primaria importanza: la presenza sul territorio, ristabilendo la sicurezza nei quartieri e potenziando i nuclei radiomobile; il potenziamento degli strumenti urbanistici; il corretto impiego della Polizia Locale, ora eccessivamente parcellizzata, al fine di programmare interventi sul territorio mirati e indicizzati a seconda delle reali esigenze della città; la vigilanza sui mezzi pubblici per prevenire la microcriminalità; la maggiore autonomia ai Municipi per la gestione della sicurezza di concerto con le forze dell’ordine; il dialogo tra le parti, soprattutto tra il Comune di Milano ed i municipi con le forze dell’ordine, la prefettura, il mondo della giustizia, le terze parti e soprattutto l’associazionismo e il terzo settore; la questione dell’immigrazione irregolare e delle categorie a maggior rischio; la ripartizione delle periferie del relativo controllo su di esse; il coinvolgimento dei cittadini su queste tematiche; il sostegno alle Associazioni Commercianti di Zona; la mappatura della città.
Sicuramente un dibattito allargato su questi argomenti può essere un piccolo ma costruttivo passo verso la comprensione dell’ampiezza del problema e, conseguentemente, su quali possano essere le soluzioni efficaci. La speranza è che tutte le forze politiche ed economiche coinvolte si attivino quanto prima per affrontare le numerose problematiche e ripensare soluzioni per sollevare la situazione, giunta ormai ad un punto critico.
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