CON CHI E IN CHE MODO VOGLIAMO FARE “RUMORE SOCIALE”
Siamo un gruppo di amici oltre che di professionisti (assistenti sociali, pedagogisti, educatori professionali, giornalisti, avvocati, professori, dirigenti). L’idea iniziale è nata da uno di noi nell’estate del 2021 durante le vacanze al mare, e poco dopo si è propagata: da Tatiana a Carmelo, da Tommaso a Giorgio e Giuseppe.
Alla base del progetto c’è la volontà di mettere insieme iniziative, convegni, buone prassi sociali e inserirli in un periodico che funga da memoria storica delle nostre Associazioni e da connettore tra Enti ed Organizzazioni di Volontariato: essi in rete trovano la forza di fare rumore insieme!
Perché abbiamo scelto questo nome? Solitamente con il termine ‘rumore’ si intendono segnali di origine aleatoria provenienti dall’interno, e spesso vengono associati ai ‘disturbi’, ovvero i segnali che provengono dall’esterno e che possono costituire fastidiose interferenze. Noi abbiamo in mente un’altra accezione del rumore, così definito dall’Enciclopedia Treccani: “Qualsiasi perturbazione sonora che, emergendo dal silenzio (o anche da altri suoni), dà luogo a una sensazione acustica”. La considerazione dei rumori ha particolare rilevanza in acustica e anche, genericamente, nella tecnica ogni qualvolta siano presenti organi di macchine capaci di entrare in vibrazione o di eccitare vibrazioni di altri organi. È proprio questo il senso del Rumore sociale che abbiamo deciso di diffondere. Vibrazioni derivanti da altri Enti, Odv, Associazioni che insieme siano capaci di farsi sentire, che siano strumenti di un’orchestra e protagonisti di un concerto di idee.
Il giornale è lo spartito in cui leggere le buone prassi sociali, nelle quali le Associazioni fanno vibrare le proprie idee. Un giornale che sia un piccolo grande angolo delle buone notizie e del bene che ognuno di noi può fare per il prossimo: iniziative sociali, pedagogiche e culturali di tutte le realtà, dalle più grandi alle più piccole. L’esempio di una buona azione non sempre è calato dall’alto, ma è come una macchia d’olio che si sparge e con cui tutti dovrebbero “sporcarsi le mani”. Quindi saremo in contatto proprio con le realtà del territorio per lavorare insieme e in rete, provando a far decollare progetti per la comunità. Non solo: cercheremo di coinvolgere le scuole, nello specifico i ragazzi degli istituti superiori che vogliano dare il loro contributo arricchendo ulteriormente il campo di azione.
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