“Siamo ancora dentro la pandemia e per usare un eufemismo ci siamo dentro fino al collo“ esordisce Carmelo Ferraro, direttore generale dell’Ordine degli Avvocati di Milano.
“Pensavamo si trattasse di una “guerra lampo”, di qualche mese di chiusura, di mascherine, di canzoni sul balcone, di #tuttoandràbene e distanziamento. E invece siamo di fronte ad una “guerra di trincea” con effetti pesanti, perché riguardano ogni aspetto della nostra vita di singolo e di comunità; effetti economici, lavorativi, psicologici … assistiamo ad una diffusa sofferenza sociale, ad un vuoto educativo, a rabbia, a rassegnazione.
Viviamo uno scontro quotidiano di posizioni tra bilanciamento di diritti e doveri, tra libertà personali ed esigenze della collettività, tra paure e comportamenti incoscienti, e trovare la giusta via non è affatto semplice. I media sono saturi di opinioni che creano fratture, perché sono tante, troppe e spesso contraddittorie o sbagliate.
È arrivato il momento di accettare la condizione pandemica come una situazione ormai “endemica”, che alternerà apparente tranquillità a picchi di emergenza con i quali dovremo imparare a convivere.
Siamo realisticamente nella “società delle crisi”, ormai l’abbiamo capito e dobbiamo anche comprendere che non ci può essere spazio per allarmismi continui, ma è necessaria PREPARAZIONE, RESPONSABILITÀ E SOLIDARIETÀ SOCIALE.
Ci vogliono dialogo, confronto, informazione, gentilezza e rispetto, per vincere le paure del presente e affrontare con coraggio e consapevolezza il domani.
Abbiamo visto che tutto il sistema Paese, le famiglie, ma soprattutto le persone più fragili hanno “tenuto” per la grande rete della solidarietà, del volontariato, della cittadinanza attiva e responsabile che ha sostenuto tutti arrivando lì dove Stato, Regioni, Comuni, Sanità non potevano arrivare.
Queste sono le risorse che anche oggi nel RICOSTRUIRE, nel RIPARTIRE devono essere valorizzate, per essere pronti ad affrontare ogni crisi che si ripeterà.
Il distanziamento ci sarà ancora per molto tempo, ma non prevarrà il distanziamento “sociale”, perché la socialità-solidale fatta di nuovi strumenti e linguaggi, il rinnovato senso della comunità dentro la criticità saranno la strada della speranza”, conclude Ferraro.
Il contributo è apparso sul sito de “Il Giornale d’Italia” il 21 gennaio