Sarà avviata a Pavia la sperimentazione del “braccialetto anti-aggressioni” per proteggere medici e infermieri dalle violenze sul lavoro. L’annuncio giunge in un contesto drammatico: nel 2023 sono stati registrati 4.836 episodi di violenza contro operatori sanitari in Lombardia. FIALS Lombardia accoglie con favore l’iniziativa, ma sottolinea che si tratta solo di un primo passo, e che sono necessari interventi strutturali più ampi per tutelare davvero chi lavora nella sanità.
La riflessione di Gentile
“Accogliamo con favore questa iniziativa dell’assessore Bertolaso, che dimostra un’attenzione concreta verso la sicurezza del personale sanitario”, dichiara Roberto Gentile, Segretario Regionale FIALS Lombardia. “Ma non possiamo ignorare che questa misura, pur lodevole, è solo un punto di partenza. La realtà è che le aggressioni, comprese insulti e minacce, sono molto più diffuse: stiamo parlando di decine di migliaia di episodi ogni anno che spesso non vengono denunciati. Gli attacchi più gravi si verificano durante i turni notturni, quando il personale è ridotto e la sorveglianza è meno presente”.
Gentile prosegue: “Che il personale sanitario debba essere tutelato al massimo è un principio che il nostro sindacato ha sempre sostenuto, senza esitazione e con tutti i mezzi a nostra disposizione. Ribadiamo con forza che medici e infermieri devono essere gratificati e valorizzati, non aggrediti o lasciati in condizioni di disagio. Questa è una necessità non solo per il benessere degli operatori, ma per garantire la qualità del Servizio Sanitario Nazionale e la sicurezza degli utenti che vi si affidano ogni giorno”.
La necessità di una strategia a lungo termine
Secondo Gentile, la sperimentazione del braccialetto e la presenza fisica degli agenti sono misure importanti, ma non sufficienti. “Il problema non si risolve solo con l’installazione di dispositivi tecnologici o l’intervento delle forze dell’ordine”, afferma. “Serve una strategia a lungo termine che affronti la radice del problema: la cronica carenza di risorse umane ed economiche. Se non agiamo subito con decisione e lungimiranza, il sistema sanitario rischia di sgretolarsi, lasciando scoperti i bisogni fondamentali di salute della popolazione”.
Gentile conclude con un invito: “Chiediamo alle istituzioni di considerare il ‘braccialetto anti-aggressioni’ come parte di un piano più ampio, che comprenda l’aumento del personale, il miglioramento delle condizioni di lavoro e un vero impegno a far emergere e denunciare le violenze. Il numero delle segnalazioni alle Procure, che attualmente rappresentano solo una minima parte dei casi, deve aumentare. Solo così potremo davvero garantire un ambiente sicuro e dignitoso per chi si prende cura di noi”.
Il debutto del braccialetto è previsto entro la fine dell’anno o all’inizio del 2025, con un test iniziale in un pronto soccorso della provincia di Pavia.