“Per un adolescente il poter parlare, il poter dare un nome alle cose, capendo se si tratta di un disturbo – e che tipo di disturbo – è una grandissima liberazione. Toglie l’idea che sia colpa sua. E toglie la medesima idea alla famiglia. Non è colpa di nessuno. Invece attiva le risorse di tutti sul fatto che l’ambiente è certamente un determinante e che può peggiorare le cose, ma può anche essere potentissimo nel migliorarle. Oggi sappiamo che c’è tantissimo che si può fare. E se si può, si deve”. Maria Antonella Costantino, in un’intervista a Sky tg 24, chiarisce un aspetto fondamentale del sempre più delicato e spinoso tema del disagio giovanile e del modo di affrontarlo.
Lo fa da un osservatorio molto privilegiato, essendo direttrice della Neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza al Policlinico di Milano.
Questa struttura offre diversi servizi, dedicati a pre-adolescenti e adolescenti fino ai 18 anni di età con disturbi psichiatrici.
In particolare il centro diurno garantisce interventi clinici, attività terapeutiche, interventi di supporto e training per i familiari, individuali e/o di gruppo, attività educative, sostegno scolastico e coordinamento e attività di rete con i servizi ATS e Comunali. Qui il percorso può durare fino a due anni.
Il progetto PERCIVAL (Percorsi di Cura Innovativi per una valutazione e gestione appropriata dei bisogni di ricovero in neuropsichiatria dell’infanzia e dell’adolescenza e dei relativi esiti nel territorio di ATS Milano) risulta ancora più intensivo e prevede contesti multipli: ambulatoriali, domiciliari e, se necessario, di ricovero. La durata complessiva del percorso è di 9-12 mesi.
In entrambi i casi l’obiettivo è di fornire risposte appropriate e tempestive ai bisogni di cura prevenendo situazioni di crisi: “E’ importante evitare che i ragazzi arrivino in Pronto Soccorso“, sottolinea Costantino a Sky. La ‘prevenzione’ risulta dunque decisiva perché “c’è un aumento ulteriore e particolare dei disturbi psichiatrici e di certe tipologie di disturbi: disturbi di comportamento e di condotta, alimentari e di auto-lesività. Ma l’aumento lo vediamo da dieci anni ormai”.
di Giorgio Meroni
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