Incarcerate, frustate, morte per rivendicare un diritto. Penso alle ragazze iraniane: a Mahsa Amini e Hadis Najafi morte per non aver voluto indossare il velo o per averlo indossato male. Donne che hanno lottato per i diritti di altre donne.
Penso a Ebru Timtik, avvocata e attivista per i diritti umani morta di fame in carcere, a Nasrin Sotoudeh, avvocata, condannata a 33 anni di carcere, a Marina Ovsyannikova, giornalista russa agli arresti domiciliari che rischia 10 anni di reclusione per aver detto di no alla guerra di Putin.
Penso alle donne ucraine, penso alle donne che ogni giorno lottano per il rispetto di quei diritti che dovrebbero essere riconosciuti a tutti in quanto essere umani.
Noi dobbiamo batterci per una società più equa, nella quale le donne possano crescere nella consapevolezza che saranno loro garantiti gli stessi diritti e le stesse opportunità degli uomini. Abbiamo assistito negli ultimi decenni a conquiste importanti, ma vi sono ancora barriere e disuguaglianze molto forti che tengono le donne sempre un passo indietro.
La pandemia, inoltre, ha mostrato quanto sia facile rendere vane conquiste che hanno richiesto anni di battaglie; ha mostrato come le donne siano fra i soggetti più deboli, colpiti in termini di disoccupazione e condizioni di lavoro precarie, e quanto siano vulnerabili “tra le mura domestiche”.
La bellezza che unisce tutte le donne per noi è la bellezza del coraggio, del rispetto, del guardare avanti, delle potenzialità troppo spesso taciute per la mancanza di pari opportunità. Per noi la bellezza è la possibilità per tutte le donne di studiare, lavorare, essere indipendenti, essere rispettate, vedere le differenze di genere cancellate.
Una bellezza che noi ci impegniamo ogni giorno a far brillare.
Articolo apparso sul giornale online informatore.info a firma di Carmelo Ferraro.