Autonomia differenziata: opportunità e criticità in un dibattito costruttivo organizzato da MI’mpegno

Si è tenuto giovedì 24 ottobre presso l’Ambrosianeum di Milano il convegno “Autonomia differenziata: tra opportunità e criticità”, organizzato da MI’mpegno. L’incontro ha rappresentato un’occasione di riflessione pacata e costruttiva su una riforma che, pur divisiva, può offrire importanti opportunità per migliorare l’efficienza amministrativa del Paese. Sotto la guida di Carmelo Ferraro, presidente di MI’mpegno, l’evento ha riunito personalità del mondo accademico, ecclesiastico e della società civile, con l’obiettivo di discutere le implicazioni e le potenzialità dell’autonomia differenziata. Leonardo Salvemini, presidente dell’Associazione Mirasole, e Mattia Ferrero, presidente dell’Unione Giuristi Cattolici Italiani, hanno aperto i lavori con i saluti introduttivi, preparando il terreno per un confronto sereno e rispettoso delle diverse opinioni. Fabio Pizzul, presidente della Fondazione Ambrosianeum, ha invitato a considerare le diverse esigenze delle regioni, sottolineando l’importanza di garantire un equilibrio che tenga conto delle peculiarità territoriali.

La riflessione di Ferraro

Nel suo intervento, Carmelo Ferraro ha rimarcato la necessità di un dialogo inclusivo e costruttivo, capace di superare le contrapposizioni e di guardare all’autonomia differenziata come uno strumento per migliorare la qualità dei servizi in tutte le regioni. “L’autonomia non deve essere percepita come un rischio di frammentazione, ma come un’opportunità per avvicinare le istituzioni ai cittadini e rispondere meglio ai loro bisogni,” ha affermato Ferraro, invitando a un confronto basato su dati concreti e non su pregiudizi.

L’intervento di Fontana

Attilio Fontana, presidente della Regione Lombardia, ha elogiato i miglioramenti apportati alla riforma rispetto alla precedente versione Boccia, grazie all’inclusione di un fondo perequativo per favorire un maggiore equilibrio tra le regioni. Fontana ha sottolineato che l’autonomia differenziata non deve essere vista come una minaccia all’unità nazionale, ma come una risorsa per valorizzare le specificità locali e migliorare l’efficienza dei servizi pubblici. “L’autonomia – ha spiegato – consente alle regioni di rispondere in modo più tempestivo e mirato ai bisogni dei cittadini, mantenendo comunque una forte coesione a livello nazionale”.

Le parole di Violini e Troilo

Lorenza Violini, professoressa di Diritto Costituzionale all’Università degli Studi di Milano, ha evidenziato l’importanza di applicare l’articolo 116 della Costituzione in maniera equilibrata, permettendo un regionalismo differenziato che valorizzi le peculiarità locali senza compromettere la coesione nazionale. “La differenziazione può migliorare la governance, se implementata con l’obiettivo di rafforzare i servizi e non di creare disparità”, ha dichiarato.
Silvio Troilo, docente di Diritto Costituzionale all’Università di Bergamo, ha messo in luce le sfide giuridiche e amministrative che la riforma comporta, evidenziando la necessità di una governance equilibrata tra le istanze di autonomia e i principi di unità. “Il successo dell’autonomia differenziata dipende dalla capacità di coinvolgere le realtà locali e di garantire che le risorse siano gestite in modo equo”, ha aggiunto.

Gli ospiti

Tra il pubblico, composto da oltre cento persone, si sono distinti Mons. Carlo Azzimonti, Moderatore della Curia e Vicario Episcopale dell’Arcidiocesi di Milano, Mons. Giuseppe Merisi, Vescovo emerito di Lodi, e Vincenzo Vecchio, Presidente nazionale dell’APPC. Presenti anche Giuseppe Catania, Presidente dell’Ordine delle Professioni Sanitarie, Matteo Castoldi, Presidente dell’Ordine dei Fisioterapisti di Milano, e Francesco Montinaro, Presidente dell’APPC Martesana. La loro partecipazione ha conferito ulteriore rilevanza all’incontro, offrendo un contributo di alto valore istituzionale e territoriale.
Il convegno ha rappresentato un’importante occasione per riflettere sul futuro del regionalismo in Italia, mantenendo un approccio costruttivo e guardando alle prospettive di una governance che sappia adattarsi alle esigenze di un Paese in evoluzione.

di Marcello Menni