Assistente infermiere: FIALS Milano prende posizione sulla nuova figura intermedia e risponde all’assessore Bertolaso

Si è tenuto venerdì 7 febbraio presso il Pirellone, su iniziativa del Gruppo Consiliare PD in Regione Lombardia, il convegno dal titolo “Assistenti infermieri?”, un momento di confronto acceso sulla recente introduzione di questa figura, che ha suscitato dubbi tra professionisti e sindacati. Presente anche FIALS Milano, con il Segretario, Mauro Nobile, la FIALS Lombardia, con il Segretario Roberto Gentile, ed Annalisa Silvestro, a capo del Coordinamento Nazionale delle Professioni Sanitarie e Socio-Sanitarie FIALS, insieme ad altri esponenti sindacali della CGIL, UIL, CISL e Nursing Up ed istituzionali.
Al centro del dibattito, le dichiarazioni dell’Assessore alla Sanità, Guido Bertolaso, il quale ha confermato la volontà di istituire in terza commissione sanità un gruppo di lavoro per revisionare il testo dell’accordo che declinerà le competenze ed il ruolo dell’assistente infermiere, indicato come possibile “apripista” per una riforma più ampia.

Abbiamo intervistato Mauro Nobile per approfondire le posizioni critiche di FIALS su questa figura.

Segretario Nobile, quali sono le principali criticità che avete evidenziato durante il convegno?
“La figura dell’assistente infermiere è stata introdotta in modo frettoloso ed in assenza di un serio e concreto confronto con le organizzazioni sindacali, creando non pochi problemi. Innanzitutto, non affronta la radice del problema: la carenza cronica di infermieri. Invece di pianificare un piano straordinario di assunzioni e valorizzare le professionalità già presenti, si introduce una figura intermedia con una formazione insufficiente, di sole 500 ore, che rischia di minare la qualità delle cure. Durante il convegno abbiamo sottolineato che questa non è una soluzione, ma un maldestro tentativo che rischia soltanto di aggravare le già delicate condizioni del nostro sistema sanitario”.

Qual è il rischio più concreto per gli operatori socio-sanitari (OSS) e gli infermieri?
“Da un lato, c’è il rischio di svalutare ulteriormente gli OSS. Da anni chiediamo una loro valorizzazione attraverso il riconoscimento dei percorsi di formazione complementare acquisiti con la figura dell’O.S.S. Senior, istituita dal remoto 2003 ma rimasta sempre inapplicata a livello contrattuale, a causa dell’assenza di inquadramento del profilo nelle declaratorie.
Ma con questa figura intermedia, il processo si blocca. Dall’altro lato, gli infermieri vedono minacciata la loro professionalità, perché alcune attività delicate rischiano di essere affidate a personale meno formato. Non è accettabile che compiti come medicazioni complesse o gestione di cannule tracheotomiche vengano svolti da chi non ha un’adeguata preparazione teorico-pratica. L’Assessore alla Sanità Bertolaso ha parlato di una declinazione specifica delle competenze, ma questo non ci rassicura, perché non cambia la natura ambigua di questo provvedimento”.

Anche la questione contrattuale è stata molto dibattuta. Quali sono i nodi irrisolti?
“La mancanza di un inquadramento chiaro è un problema serio. Non sappiamo ancora quale sarà la retribuzione, quali saranno gli ambiti di responsabilità, quali tutele avrà questa figura e come verrà inserita nel sistema sanitario. Il rischio è che venga usata per sostituire gli infermieri, abbattendo il costo del lavoro e abbassando la qualità dell’assistenza. Inoltre, potrebbe nascere un paradosso: un assistente infermiere nella sanità pubblica potrebbe guadagnare più di un infermiere della sanità privata, dove i contratti sono bloccati da anni. È una contraddizione che non possiamo tollerare. Dobbiamo invece lottare per aggiornare i contratti nazionali e azzerare il divario tra pubblico e privato”.

Qual è la proposta della FIALS per affrontare la carenza di infermieri?
“Serve un piano straordinario di assunzioni, stipendi adeguati ed un forte investimento nella formazione continua. Ma la vera svolta è il rinnovo dei contratti, che devono garantire condizioni migliori sia nel pubblico che nel privato. Non possiamo più permettere che il personale sanitario venga trattato in modo differente a seconda del settore in cui lavora. L’equità salariale e il riconoscimento delle competenze avanzate devono essere il fulcro della nostra azione sindacale. Abbiamo bisogno di infermieri formati e motivati, non di figure intermedie che aggiungono solo confusione”.

Infine, quali sono le prossime azioni della FIALS su questo tema?
“Monitoreremo da vicino il lavoro della terza commissione sanità e del gruppo di lavoro annunciato dall’Assessore alla Sanità Bertolaso. Non accetteremo compromessi al ribasso. Faremo sentire la nostra voce per garantire che la qualità dell’assistenza resti alta e che gli operatori sanitari abbiano le giuste tutele e gli adeguati riconoscimenti. Con il Coordinamento Nazionale delle Professioni Sanitarie e Socio-Sanitarie, guidato da Annalisa Silvestro, stiamo già elaborando proposte concrete per far fronte a questa situazione critica”.